Umberto Cinquini e il cammino di Santiago: "Una sfida con me stesso ed i miei limiti"
Il carrista e scrittore ci racconta le sue emozioni mentre è ancora in cammino tra salite impossibili, mucche, tori e un buon bicchiere di tinto

Un fioretto laico, una sfida ai propri limiti, un bicchiere di tinto che prende il posto del Chianti, è nata così l'avventura in cammino del carrista e scrittore Umberto Cinquini. Obiettivo non tanto Santiago de Compostela quanto la fine del mondo, proprio così, Finisterre, il luogo dove anticamente finivano le terre conosciute e dove si fermerà anche Umberto Cinquini, solo di fronte al mare.
"Non sono un camminatore sono uno che parla troppo e beve il Chianti" dice così a tutti Umberto Cinquini per spiegare come è nata l'idea del Cammino, anche nelle sue dirette video sui social che accompagnano come un diario questa sana follia. Convintamente ateo e refrattario anche ad una semplice passeggiata alla Lecciona ha detto qualche mese fa ad un amico che se si fosse fatto il Carnevale nelle date canoniche e con il pubblico avrebbe fatto il Cammino, ed eccolo qua tra conchiglie, mucche, tori e una serie incredibile di altri incontri. Una sfida con se stesso, ancora di più da quando il figlio Michele partito insieme a lui è dovuto rientrare per un problema al menisco, un faccia a faccia con i propri limiti e la capacità di superarli e cercare qualcosa che se non è spirituale è sicuramente oltre.
Umberto ci ha confessato che la salita di O Cebreiro è stato il punto più duro, 8 km in cui aveva bisogno di fermarsi ogni dieci minuti, una sofferenza però quasi piacevole, diversa da quella a cui siamo abituati, figlia dallo stress quotidiano. Si è allenato nei mesi precedenti, una decina di chilometri al giorno, non di più, poi le scarpe ed i consigli giusti e via, una media di venti chilometri a tappa ed il giorno successivo altri venti ad aspettarlo. Ultreia, andiamo oltre, è il motto dei pellegrini sul Cammino di Santiago ed Umberto Cinquini per chi lo conosce è uno che ha sempre amato andare oltre con la fantasia, scrivendo e realizzando opere d'arte in cartapesta, con la testa e con le mani e adesso anche con i piedi.
Noi lo aspettiamo per un'intervista ampia e dettagliata nel prossimo numero cartaceo del magazine Sei Versilia, sempre che si fermi all'Oceano e non decida di scoprire nuovi mondi. Nel caso e comunque buon cammino Umberto e buon tinto alla tua salute e alla fantasia.
01/04/2022